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Mursi tenta la prova di forza…..ma rischia di farsi male! Pubblicato su Near East Agency News

novembre 29, 2012

Egitto: Morsi non imita, va oltre Mubarak

Morsi ha licenziato il procuratore generale, si é posto come un novello Faraone, avocandosi potere legislativo, esecutivo e giudiziario. Nemmeno l’ex dittatore aveva osato farlo
giovedì 29 novembre 2012 08:49

di Paolo Gonzaga

Il Cairo, 29 novembre 2012, Nena News – Mursi aveva già cercato di eliminare politicamente il Prosecutore Generale Abdel Meguid Mahmud circa un mese fa, proponendolo come Ambasciatore presso il Vaticano. I magistrati insorsero e minacciarono un boicottaggio nazionale. Mursi tornò così sui suoi passi. Giovedì scorso (22 Novembre 2012) Mursi ha licenziato il detestato Procuratore Generale, (che era comunque una delle richieste dei rivoluzionari sin dall’anno scorso) ma ha emanato un decreto costituzionale che gli garantisce potere assoluto sull’Egitto e salvaguarda le sue decisioni da qualsiasi pericolo.

Oltre a proteggere le sue decisioni, ha anche protetto l’“Assemblea Costituente” e il “Majlis al Shura” – dominate entrambe dai Fratelli Musulmani e salafiti – di un’eventuale decisione della Corte costituzionale di sciogliere una di queste due entità. In altre parole,Morsi ha licenziato il procuratore generale, si é posto come un novello Faraone, avocandosi potere legislativo, esecutivo e giudiziario al tempo stesso come nemmeno Mubarak aveva osato fare. In tal modo spera di far approvare una Costituzione che i membri laici ormai ritiratisi dalla Costituente per la prepotenza delle forze islamiste soverchianti, descrivono come più arretrata di quella dei talebani in Afghanistan e abbiamo già avuto alcuni assaggi con il dibattito sull’articolo 2 , “la shari’ah come prima fonte di legislazione” ed in subordine un articolo che specifichi che nessuna legge può differire dalla shariah islamica.

Cosa é cambiato in un mese, dato che il mese scorso Mursi aveva dovuto retrocedere dal suo tentativo di togliere il posto al Procuratore Generale mentre il mese successivo ha invece trovato la forza per e affrontare la rabbia di tutte le forze laiche, dei rivoluzionari, dei magistrati e dei milioni di egiziani che non hanno votato per lui? Infatti Mursi non gode del consenso di cui qualcuno potrebbe immaginare, l’ha infatti votato appena il 51% di coloro che sono andati a votare al secondo turno, ha preso circa 13 milioni di voti in un paese di 80 milioni di abitanti, e soprattutto é stato eletto con i voti dei rivoluzionari che oggi lo contestano, i quali, tra il ritorno del vecchio regime che significava Shafiq, hanno preferito scommettere su un presidente civile benché dei Fratelli Musulmani, Mursi. ( Shafiq che comunque ha preso a sua volta un 48% di voti di svariate tendenze messe insieme solo in funzione anti-Fratelli Musulmani).

La domanda su cosa sia cambiato da dare questa sicurezza a Mursi sta molto nella gratitudine che ha ottenuto da parte dell’amministrazione Obama (e Israele) e che l’amministrazione USA ha sottolineato sin troppo. Che poi tutto ciò accada alla vigilia del famoso prestito richiesto da Mursi e dal premier Qandil forse é solo un caso, ma più probabilmente é un altro elemento che fa sentire più sicuro il neo-presidente islamista egiziano.

Sicuramente la decisione di Mursi -e nei prossimi giorni quando uscirà finalmente la bozza della Costituzione il clima é destinato a scaldarsi ulteriormente- ha avuto il merito di unire delle opposizioni sino ad ora abbastanza divise, ma al tempo stesso sta bi-polarizzando l’Egitto come forse mai era prima avvenuto. E mentre tra Piazza Tahrir e Via Muhammed Mahmud, detta la “Via de Martiri”, migliaia di egiziani democratici si scontrano contro un Esercito ed una Polizia che non sono cambiate minimamente dai tempi di Mubarak, contro i “Fratelli Musulmani” ed il loro autoritarismo che oggi si esplicita sotto forma di questa attribuzione di poteri assoluta al Presidente, ma che aveva già avuto ampio modo di manifestarsi in tanti altri modi sin da tempo, la stessa “Fratellanza” di prepara ad una prova di forza, organizzando per sabato una manifestazione in sostegno alle decisioni del presidente Mursi per questo sabato.
L’ultima volta che entrambe le azioni manifestarono avvennero gravi fatti di violenza, con l’atmosfera attuale in Egitto ce ne sono da aspettarsi di peggiori.

Le opposizioni del nasseriano Hamdeen Sebbahi e la sua Corrente Popolare, di El Barade’i e il suo nuovo partito La Costituzione, lo stesso Amr Mussa, le nuove forze di sinistra rivoluzionaria, i nuovi combattivi sindacati autonomi, e soprattutto i milioni di cittadini egiziani che hanno cacciato Mubarak (mentre le forze islamiste nicchiavano o trattavano con gli inviati di Mubarak, disponibili fino all’ultimo al compromesso, ma infine obbligate dalla determinazione di piazza ad allinearsi ai rivoluzionari di Tahrir) ora si oppongono con tutta la determinazione contro il golpe islamico.

L’eversiva dichiarazione di Mursi sta già avendo la risposta che merita e non finirà finché il suo decreto non verrà ritirato. Al tempo stesso la proposta costituzionale islamista che sta per essere pubblicata é parte della stessa strategia: Mursi si illude di far passare con la forza delle decisioni che l’Egitto non accetta, quando oltre metà della popolazione non ha fiducia in lui né nell’organizzazione segreta di cui fa parte. Mursi, i Fratelli Musulmani e tanti altri non hanno fatto i conti con un popolo che ha imparato che alle ingiustizie ed ai dittatori, aspiranti o meno, ci si può liberare lottando. Questo é il grande insegnamento che ci dà il 25 Gennaio 2011: la rivoluzione continua e sbaglia chi pensa che sia finita con la temporanea vittoria delle forze della conservazione. Ora il popolo si riprende la parola e la piazza, é finito il periodo dei faraoni in Egitto. Nena News

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